Un viaggio on-the-road lungo l’antica Via della Seta tra architetture sontuose, maioliche, deserti, montagne e brutalismo sovietico.
Impressionante, imponente, sontuoso. Il patrimonio culturale dell’Uzbekistan è smisurato.
Un tempo situato in un punto strategico sulla Via della Seta, crocevia di merci e mercanti e ponte tra Europa e Asia, l’Uzbekistan è stato la culla di alcune delle città commerciali più vivaci, il cui fascino e incanto non sono andati perduti.
Per oltre 1400 anni, la Via della Seta ha connesso l’Occidente e l’Oriente, consentendo scambio di merci e di culture. L’Uzbekistan, essendo un punto nevralgico, ha svolto per secoli il ruolo di collettore di civiltà, usi e tradizioni che si sono fuse nella cultura variegata e affascinante che incontriamo oggi.
Quelle che un tempo erano città di carovane colorate e strepitanti, oggi sono testimonianze maestose di un passato glorioso e la prova tangibile della volontà di diventare una nuova meta turistica di riferimento.
L’itinerario di viaggio: da Khiva fino Tashkent
Il viaggio inizia a Khiva, vicino all’aeroporto di Urgench, che collega l’Uzbekistan a numerose destinazioni europee e asiatiche con voli diretti abbastanza frequenti in alta stagione. Ho l’onore di viaggiare con la tutt’altro che moderna Uzbekistan Airlines, che mi permette di aggiungere un’altra compagnia aerea esotica alla collezione. Da Khiva l’itinerario prosegue poi verso Bukhara, Samarcanda e raggiunge la capitale Tashkent.
Prima tappa: Khiva
Khiva è la città più piccola e pittoresca dell’itinerario uzbeko. Situata ai margini del deserto, un tempo fungeva da oasi e oggi accoglie i numerosi turisti che desiderano percorrere la Via della Seta.
One of the many Minarets of the stunning Itchan KhalaThe view from the old walls surrounding Khiva, enjoy a walk up here at sunsetOne of the many stunning Uzbek sunsets, here in Khiva
La fortezza di Itchan Kala, patrimonio mondiale dell’UNESCO, è sorprendente per armoniosità e stato di conservazione, ma come imparerò proseguendo nel viaggio, sarà solo un piccolo antipasto delle meraviglie architettoniche uzbeke.
Passeggiando per Khiva mi ritrovo per la prima volta di fronte alle molte Madrase, ai Minareti decorati minuziosamente e ai Palazzi che risplendono grazie alle caratteristiche maioliche. La città è piccola, rilassante, e sembra quasi troppo perfetta. Questa sensazione la ritroverò spesso: tutto in Uzbekistan sarà rilassante e quasi troppo perfetto. Da un lato alcuni processi di restauro si rivelano fin troppo profondi, restituendo antichità perfette talvolta prive di quella autenticità decadente a cui sono abituata. Dall’altro lato, la perfezione è parte integrante dell’essere uzbeko: strade, giardini, spazi pubblici e mercati sono i più ordinati e ben tenuti che abbia mai visto. Impossibile trovare un fiore appassito in una delle innumerevoli aiuole fiorite rigogliose nonostante i 40⁰ di agosto, impossibile scorgere una ragnatela annidata su un lampione: per ogni proprietà pubblica c’è del personale statale che se ne prende cura. In Uzbekistan la cura del dettaglio e del patrimonio artistico sono ai loro apici, qualcosa che invidio molto.
Nella bella Khiva imperdibile una passeggiata sulle mura della città, soprattutto al tramonto, e una cena al famoso Terrassa Cafè, un ristorante turistico con una bellissima terrazza che si affaccia su una delle piazze principali. Una cucina tradizionale e una bella selezione di piatti meno comuni, come i manti di zucca, variante vegetale di uno dei piatti simbolo dell’Uzbekistan.
Di notte Khiva si rivela ancora più affascinante: l’Itchan Kala è illuminata alla perfezione e le decorazioni luminose non risultano mai troppo invasive, rendendo l’atmosfera molto piacevole.
A fine example of Majolica tiles work in Khiva Itchan KhalaThe view from the Terrassa Cafè, reccomended diningKhiva at night: the light work is descrete and very armoniousThe traditional Manti (dumplings) here in their vegetarian variant, filled with pumpkin
Seconda tappa: da Khiva a Bukhara
Per viaggiare da Khiva a Bukhara ci sono due opzioni: un treno che impiega solo 8 ore oppure un viaggio in auto di 5-6 ore attraverso il Kyzylkum, il deserto di sabbia rossa dell’Uzbekistan. Da amante dei deserti e del caldo torrido, scelgo la seconda opzione: la strada non è sempre perfetta, ma mai drammatica, e il tragitto dà la possibilità di fermarsi e ammirare il vasto panorama.
Nel Kyzylkum è possibile anche trascorrere una notte in uno dei numerosi campi di yurte. Decido di saltare questa esperienza perché riservo le visite naturalistiche alla seconda parte del viaggio, che sarà in Kirghizistan e offrirà esperienze di questo tipo più autentiche. Il deserto del Kyzylkum è sicuramente affascinante, ma molto meno memorabile del Sahara o del Wadi Rum. Una deviazione verso il Lago d’Aral sarebbe stata probabilmente più interessante, ma è saltata per mancanza di tempo.
Bukhara è una città meravigliosa: più grande di Khiva, ma più piccola e facile da esplorare di Samarcanda. Nonostante le dimensioni abbastanza contenute, la città è ricca di edifici imperdibili, a partire dal magnifico complesso di Poi Kalyan, la Fortezza Ark, il complesso di Labi Hauz, ma anche la Casa di Faysulla Khojayev e il Bazar Markaziy.
The Poi Kalyan complexExploring the Poi Kalyan old MadrassaTraditional embroidery on table cloths on the display in the Ark Fortress
Una piccola parentesi sui bazar uzbeki
La denominazione di “bazar” potrebbe trarre in inganno, evocando l’immagine di bazar caotici, rumorosi, disordinati e frenetici che si trovano spesso in medio Oriente. L’unica cosa che i bazar uzbeki (e kirghisi) hanno in comune con questa idea è il fatto di essere bazar e di vendere le stesse categorie di merci. In Uzbekistan, i bazar sono file ordinate di bancarelle, pulite, con alimenti diligentemente coperti e refrigerati e venditori non invadenti: rimarrai sorpreso.
Il centro di Bukhara è abbastanza turistico, per cena consiglio il nuovo Joy Chaikhana Lounge, che si trova in quello che un tempo era un antico caravanserraglio (amo il fatto che in quasi tutte le lingue la parola “caravanserraglio” sia simile, a testimonianza di quante radici comuni condividiamo).
Proprio come Khiva, anche Bukhara di notte si illumina, anche se il progettista delle luci potrebbe aver esagerato un po’. Preferisco un’illuminazione più discreta, ma ammetto che le luci brillanti blu e arancioni appaiono di certo molto accattivanti.
Un consiglio extra: da uno sguardo ai memorabilia
Se ami il vintage e gli antichi memorabilia, di fronte alla Chor Minor Madrassah troverai un negozietto perfetto per i tuoi affari. Non dimenticarti di negoziare sul prezzo.
The Markaziy Bazaar in Bukhara, here you can find fruit, spices, pickles, dried fruits and traditional food stalls The restaurant Joy Chaikhana Lounge that is located in an old CaravanseraiSoviet pins and ornaments at an antiquity shop situated in front of the Chor Minor Madrassa
Tappa n° 3: da Bukhara a Samarcanda: con una fermata intermedia a Shakhrisabz
Sulla strada verso Samarcanda, consiglio una sosta a Shakhrisabz per due motivi principali: è uno dei pochi luoghi in cui è possibile ammirare rovine che non siano ancora state restaurate e offre l’opportunità di vivere l’esperienza di shopping più autentica in tutto l’Uzbekistan. Infatti, nelle destinazioni turistiche, dove ovviamente prevalgono i souvenir prodotti in massa, può essere difficile individuare prodotti più autentici. A Shakhrisabz, passeggiando nel parco che conduce alla statua di Amir Temur, sorge invece un laboratorio femminile che produce tra le migliori sete e cotoni trovati, creando abiti fatti a mano venduti a prezzi più che onesti. Accanto, un piccolo laboratorio di tappeti con alcune donne intente a realizzare splendidi tappeti artigianali. Se vuoi portare a casa qualcosa di veramente prezioso e autentico, vai a Shakhrisabz e cercali.
The finest hand made silk and cotton clothing in ShakhrisabzThe women workshop producing fine fabrics Another women workshop in Shakhrisabz, here manufacturing carpetsThe traditional Uzbek carpets, manufacturing a carpet like this takes weeks
Tappa n° 4: l’imponente Samarcanda
Samarcanda è la città più grande della Via della Seta uzbeca. Un tempo capitale dell’Uzbekistan, combina imponenti edifici antichi con zone moderne e vibranti.
Il Registan è probabilmente il monumento uzbeko più famoso al mondo, e con buone ragioni. È immenso e imponente, di quella magnificenza che ti fa sentire piccolo. Dall’esterno, è un’opera d’arte opulenta in oro e azzurro che dà il meglio di sé al tramonto e durante la notte, osservato dalla scalinata di fronte.
Personalmente ho trovato il Registan molto più impressionante da lontano che dall’interno: come per molti complessi visitati, i banchi di souvenir riempiono ogni angolo e in alcuni punti il processo di restauro risulta un po’ troppo invasivo. Tuttavia, ammirarlo nella sua interezza è uno di quei momenti e sensazioni che ti porti dietro a lungo. Tra i numerosi monumenti di Samarcanda, ciò che mi ha lasciato senza parole, oltre al colpo d’occhio del Registan, è sicuramente la necropoli Sha-i-Zinda: il lavoro di maiolica più raffinato che abbia mai visto.
The stunning Registan in Samarkand in the evening A detail of the Sha-i-Zhinda necropolis The roof of one of the many ancient Mosques of SamarkandThe Sha-i-Zhinda complex in Samarkand Ruins of the old Shakhrisabz palace, one of the few examples of non-restored building
Oltre ai monumenti, consiglio vivamente una visita al bazar Siyab. Qui puoi trovare spezie, frutta secca (prova i famosi noccioli di albicocca salati e il melone essiccato), sottaceti e il celebre pane di Samarcanda conosciuto in tutto il mondo. Ci sono anche alcuni punti ristoro dove assaggiare uno dei tanti piatti tradizionali, come il plov (riso accompagnato da carne).
Una digressione sul gelato Sovietico
CCCP Ice-creams are very popular in Uzbekistan Winking to the Soviet past with vintage ice-cream wrapsSoviet style wrapping: ice-cream cone in vintage paperPlombir was considered to be finest ice-cream in Soviet Union, it is indeed delicious
L’Uzbekistan è famoso in tutto il mondo per il suo pane e i suoi peculiari forni. Eppure, per me la più grande scoperta della vacanza è stato l’onnipresente gelato sovietico. Nell’Unione Sovietica il gelato era rinomato per essere estremamente buono, così popolare e amato che, anche dopo la caduta dell’Unione, la sua popolarità non è mai diminuita. Al contrario, è cresciuta ulteriormente negli ultimi tempi, motivo per cui molti marchi commercializzano gelati in stile sovietico con confezioni e pubblicità che strizzano l’occhio al passato. Da amante del gelato quale sono, posso confermare che i gelati in stile sovietico, avvolti in nostalgici foglietti di carta sottili, sono deliziosi, soprattutto il Plombir. Ecco spiegato perché quasi ogni marca di gelato porta il logo CCCP, il volto di Gagarin o confezioni vintage. Ed è curioso che in un Paese che, diversamente dal vicino Kirghizistan, ha deciso di nascondere bene la sua storia recente, i gelati sovietici siano così ben pubblicizzati ovunque: dissonanze del mondo moderno o prova che il gelato è al di sopra di tutto?
Samarcanda merita una lunga sosta, infatti la città è piena di scoperte e cose da fare, tra cui degustazioni di vino (ho assaggiato vini e whisky migliori, ma è stato divertente provare qualcosa di leggermente diverso), una visita al vecchio e rilassante Mulino di carta a Konigil (ero scettica, ma ne è davvero valsa la pena) e una visita all’Osservatorio di Ulugbek, che nel Medioevo ha mancato di poco la lunghezza dell’anno stellare.
Le strade moderne sono ampie e circondate da giardini ben curati, una passeggiata in questa parte della città e nelle sue botteghe e bar è molto piacevole. Per cena puoi optare per un ristorante in questa zona, come il ristorante Platan.
Ultima fermata:Tashkent
Il modo più veloce per viaggiare da Samarkand a Tashkent è con il treno ad alta velocità, che in tre ore ti trasporta dalla lussuosa opulenza dei vecchi palazzi Khan al brutalismo sovietico. Da brava appassionata di bici, ho trascorso le tre ore a pensare a una sola cosa: al Terrore di Tashkent e a quella rovinosa caduta sugli Champs Elisée che è quasi costata una maglia verde. Per mia delusione, ma senza sorprese, a Tashkent non troverò nulla di Djamolidine Abdoujaparov, peccato!
Molti sostengono che a Tashkent non ci sia molto da vedere, non è vero.
Tashkent è una città grande e diversificata, forse contraddittoria in alcuni aspetti, per me una tappa imperdibile per vivere la vita uzbeka e comprendere meglio questa terra. Tashkent è un crocevia delle diverse epoche storiche che l’Uzbekistan ha vissuto: dalle moschee con maioliche del Centro Asia e dell’Islam, al vivace bazar, ai giganteschi edifici sovietici e alle moderne vie dello shopping di lusso. È una città con anime e sfumature diverse dove tutte le anime dell’Uzbekistan si incontrano.
Dopo le numerose rovine antiche del viaggio, non vedevo l’ora di scoprire architetture diverse e da amante del genere mi sono catapultata verso gli edifici brutalisti della capitale, come il gigantesco Hotel Uzbekistan, il Chorsu Bazar e l’edificio che ora ospita il Museo di Storia dell’Uzbekistan. Anche alcune stazioni della metropolitana meritano una visita, in particolare la stazione Kosmonavtlar.
The majestic Hotel Uzbekistan: fine example of Brutalism Architectures in TashkentThe Chorsu bazaar: brutalist architecture and buzzling market Traditional Uzbek bread in the making, here at Chorsu Bazaar in Tashkent
Assicurati di assaporare una passeggiata in uno dei bellissimi parchi della città ed esplorare il Chorsu Bazar, in particolare la sua sezione dedicata alla panificazione, dove puoi ammirare come vengono preparati i tradizionali pani uzbeki. Il bazar è enorme e ospita anche un intero edificio dedicato ai negozi di oro, oltre a diverse aree dedicate alle specialità culinarie uzbeke. Durante la notte la città è molto vivace, con la vita notturna che si accende diverse zone.
E’ tutto, è ora di volare in Kirghizistan (se cerchi l’articolo e non lo trovi è perché sono pigra e non l’ho ancora scritto).
Informazioni utili per viaggiare in Uzbekistan
Abbigliamento – l’Uzbekistan è un Paese laico e non ci sono problemi a indossare abiti corti, ma in alcuni monumenti è richiesto coprire braccia e gambe.
Shopping e souvenir – I prodotti tradizionali da portare a casa variano da spezie e frutta secca a seta e articoli ricamati, fino a tappeti e decorazioni in rame e legno per la casa.
Sicurezza – Mi è stato spesso chiesto “L’Uzbekistan è sicuro?”. Non sono sicura del motivo per cui molte persone pensino che sia una destinazione poco sicura, posso garantire che è uno dei posti più sicuri e tranquilli che abbia visitato
Cucina – La cucina uzbeka si basa su un elemento chiave: la carne. Molta carne (principalmente manzo, ma anche agnello o capra), di solito grigliata sullo spiedo. Se non mangi carne a volte può essere difficile, ma si trovano molte verdure e frutti freschi, soprattutto angurie e meloni. Occasionalmente nei ristoranti si possono trovare opzioni vegetariane. I piatti tradizionali includono il plov (riso con carne), i manti (ravioli ripieni di carne, nei casi rari ripieni di zucca), insalate (principalmente insalate di pomodori, cetrioli, carote e cavolo), langman (noodles con carne) e il delizioso gelato in stile sovietico.
Bevande – Puoi abbinare i pasti con birre locali e vodka o il diffuso mojito analcolico, ma anche con vini georgiani, che sono molto popolari nel Paese.
Pagamenti – Le carte di credito (Visa e Mastercard) vengono raramente accettate, mentre American Express non viene mai accettata, ricorda di cambiare denaro o prelevare contanti nelle città più grandi.
Dati mobili – Nelle città più grandi puoi facilmente acquistare una SIM locale con dati illimitati per circa 15€.
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